18 apr 2013

La comunicazione legale alla prova del marketing virale

Alzi la mano chi non ha visto il videoclip Gangnam Style del rapper coreano Psy, che ha superato il miliardo di visualizzazioni su Youtube. Per la prima volta un video brandizzato, relativo alla sponsorizzazione di uno sport estremo, Red Bull Stratos, ha sorpassato i 100 milioni di clic.

Il marketing virale è, ormai, un termine d'ordine popolare, una strategia comune tra numerose imprese. Si ricorre spesso a questo genere di commercializzazione, perché la comunicazione ha una rilevante efficacia (a basso costo). Dopo tutto, non esiste azienda cui non piaccia determinare un immediato effetto calamita presso la propria clientela, spendendo poco ma guadagnando bene.
Allora, ci si chiede: possono gli studi legali beneficiare del fenomeno “marketing virale”?
Nel post "Harlem Shake nella comunicazione legale virale", abbiamo passato in rassegna alcune parodie del brano Harlem Shake, realizzate nelle sale riunioni di alcuni studi legali americani.

Il marketing virale può assumere davvero qualsiasi forma. Anche gli stessi post del blog possono essere virali. Per questo genere così specifico, vediamo alcuni esempi di video di marketing legale virale:

Negli Stati Uniti fanno discutere i video pubblicati dall'avvocato, patriota, Adam Reposa, campione di clic.






Sorge il dubbio che non tutta la pubblicità sia buona pubblicità e che la sola attenzione per il guadagno sia catastrofica.

Un caso tutto italiano è il video postato su Youtube relativo alle immagini date da Striscia la notizia, che vide come protagonista la giovane Giulia Bongiorno @avvgbongiorno: uscendo da tribunale chiamò il Senatore Giulio Andreotti per comunicargli l’assoluzione. La giovane avvocatessa siciliana, scelta da Franco Coppi per seguire il processo a Palermo, attraverso quella pubblicità, negli anni successivi si sarebbe guadagnata la ribalta televisiva e politica, aprendo a Roma lo studio legale a suo nome e diventando anche consigliere di amministrazione della Juventus. Il Corriere della Sera: “Un’ora con l’avvocato Giulia Bongiorno? 800 euro”.



Un altro caso è il video dell’Avvocato Poeta: Giuliano Cardellini, con studio legale a Rimini, che ha accettato di fare da testimonial per un software professionale.


E per chiudere questa carrellata di video virali, segnaliamo la clip fai-da-te dal titolo “Come non pagare l’avvocato”, realizzata da Gioacchino Maria Spinozzi, civilista del foro di Roma.


Come una simile pubblicità ha realmente influito sulla capacità di attrarre i clienti dello studio? E’ semplice: la reputazione professionale della law factory (specialmente tra gli altri avvocati) non è rivelata dai video virali.
Quindi, penso che la risposta alla domanda se il video marketing legale può essere virale è sì. Tuttavia, utilizzare strategie di video marketing, volte a far conoscere la tua impresa, potrebbe costituire un metodo non facile da monetizzare.

Anche la realizzazione di articolo per blog e testate online può generare un effetto virale importante. Un caso emblematico è quello dell’avvocato tributarista Nicola Tasco; un suo articolo, uscito sull'edizione italiana di Huffington Post dal titolo “I saggie la questione fiscale”, in pochi giorni ha ricevuto la bellezza di 106 Like e l’articolo ha avuto 50 tra Facebook, Twitter e Google+.

Il tuo Marketing Legale sarà virale?
Proprio come le altre forme di marketing legale, con o senza tattiche di video marketing virale, ci si deve chiedere quali siano i fattori scatenanti il successo, quali “lavoreranno” per il tuo studio legale. Di seguito, un briefing per organizzarsi al meglio:
1)    Valutare chi siano i visitatori che stai cercando di attrarre: stai facendo un gioco di volume? Che personalità hanno i soggetti che operano per sollecitare risposte alla tua azione di marketing virale?
2)    Che cosa stai cercando di ottenere dai visitatori? Semplicemente il fatto che ti ricordino? Che si iscrivano alla newsletter per scaricare qualcosa o ricevere e-mail in futuro? Che ti chiamino? 
3)    Come pensi di bilanciare gli obiettivi spesso contrastanti di incisività con la professionalità ed i tuoi obblighi morali? Vorrei suggerire che le tue priorità dovrebbero essere, per prime, la reputazione e l'etica, in secondo, la fruibilità del messaggio.
4)    Come si misura il successo? - Anche se riscuoti ottimi risultati attraverso il “viral”, la tua reputazione professionale deve rimanere moralmente intatta, quindi come farai a definire e a misurare il successo? Tramite le visualizzazioni video? I visitatori? Le telefonate? I nuovi clienti? Come pianificherai per un ritorno sugli investimenti?
Che si tratti di scrittura, immagini o video, ricordati che, se ti affidi al marketing virale per "cambiare le cose", è comunque meglio avvalersi di un consulente strategico per la comunicazione.

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