L’Ordine dei Dottori Commercialisti di Milano nel novembre 2007 ha promosso un’indagine tra i suoi iscritti, per verificare l'utilizzo del marketing all’interno degli studi e l'applicazione degli strumenti operativi più conosciuti.
L’indagine, condotta dalla consulente Giulia Picchi, non ha solo sottolineato il crescente interesse nei confronti di questa disciplina ma ha anche evidenziato l’esigenza dei professionisti di comunicare di più e meglio con i clienti, acquisiti e potenziali, e con quanti interagiscono con gli studi e contribuiscono a consolidarne la reputazione: associazioni di categoria, media, collaboratori e fornitori di servizi.
I risultati dunque confermano che gli intervistati considerano il marketing molto o abbastanza importante (63%) e contribuiscono a sfatare uno dei luoghi comuni: non solo gli studi di grandi dimensioni ne riconoscono la rilevanza (66,7%) ma soprattutto quelli piccoli, con un numero di professionisti e collaboratori compreso tra 6 e 10, guardano al marketing con grande interesse (76,9%). Alle dichiarazioni però ancora tardano a seguire i fatti: indipendentemente dalla loro dimensione, ancora pochi studi individuano al loro interno un responsabile: solo il 10,3% può contare su chi si occupa attivamente del marketing e del business development. Tra questi solo il 6% degli studi ha confermato di poter disporre al suo interno di un vero e proprio marketing manager: negli altri casi a prendere le decisioni è il titolare (55%) o il partner (12%).
Alla domanda: “Che definizione darebbe del marketing per uno Studio di Dottori Commercialisti" quasi tutti gli intervistati manifestano il grande bisogno di acquisire maggiore visibilità in un’arena ormai sempre più affollata di concorrenti nazionali e stranieri, soprattutto anglosassoni.
E' stata fortemente sottolineata l’importanza del passaparola, della fidelizzazione e soddisfazione della clientela acquisita e della necessità di pianificare attentamente la crescita dello studio. Che la cultura del marketing sia ancora a uno stato embrionale è però sottolineato da chi, durante le interviste, ha ammesso di non sapere nello specifico cosa fare e di muoversi senza una vera pianificazione delle attività (91%). Diversa è la situazione per quanto riguarda la previsione delle risorse economiche da stanziare: il 37% degli intervistati ha confermato di avere un budget dedicato al marketing -seppure questo pesi, nella stragrande maggioranza dei casi (70,7%), non più dell’1% rispetto al fatturato e nel 10,3% dei casi, una cifra compresa tra l’1,1 e il 2%. A spendere di più, in proporzione sono gli studi più piccoli, perché i costi per dotarsi degli strumenti di base è parzialmente indipendente dalle dimensioni della struttura.
Sebbene l’attenzione verso le attività strategiche sia ancora contenuta, i professionisti non mancano di iniziative sul fronte operativo: oltre un terzo degli intervistati redige una newsletter per i clienti, il 24,5% dispone di un proprio sito internet, il 18,1% partecipa come relatore a conferenze e seminari mentre il 12,9% si occupa attivamente del CRM, ossia di tutto quanto può contribuire alla gestione della relazione con i propri clienti. Decisamente in coda tra gli strumenti utilizzati restano i blog, seppure considerati efficaci dal 12,3% degli intervistati.
Pubblicato su: MondoProfessionisti
la domanda è: sul totale degli intervistati quanti hanno partecipato al sondaggio?
RispondiEliminaforse è questo il dato più significativo... ;-)