Poco tempo ho avuto un’interessante conversazione con Stefano Martello, giornalista esperto di Comunicazione pubblica e politica, sul tema della liberalizzazione delle professioni. Si rifletteva principalmente delle nuove prospettive per gli avvocati più giovani che spesso devono faticare non poco per affermarsi a livello professionale. Purtroppo le cifre non giocano a loro favore, si parla di circa 10.000 nuovi avvocati che ogni anno si inseriscono nel mercato legale italiano e si registrano attualmente 19.444 praticanti a livello nazionale (dati del quotidiano Italia Oggi, numero speciale 28 sett. 2006).
Ecco alcune riflessioni che sono nate dalla nostra chiacchierata che spero possano servire da spunto a qualche avvocato in erba!
Ecco alcune riflessioni che sono nate dalla nostra chiacchierata che spero possano servire da spunto a qualche avvocato in erba!
La comunicazione - se coerente con i principi di etica e dignità professionale - può rappresentare senz’altro un catalizzatore del processo di affermazione, promuovendo l’immagine e valorizzando le proprie competenze; di più, individuando i canali più appropriati per raggiungere il proprio target o, in alternativa, per allargarlo.
In particolare la comunicazione online è una risorsa che richiede un basso investimento economico e può essere uno strumento estremamente funzionale per tutti i giovani professionisti che decidono di entrare nel mercato.
Il suggerimento di Stefano è quello di evitare l’errore del “sito vetrina” che ha il solo scopo di affermare la propria esistenza in rete ma ha anche un approccio estremamente autoreferenziale. Al contrario crede che il vero modo per ottenere una visibilità costruttiva e proficua in internet sia quello di trasmettere un plus aggiunto, ovvero offrire informazioni che siano realmente di aiuto per chi si trova ad avere a che fare con questioni legali.
Ecco un esempio. Pensiamo ai testi normativi. Attualmente gli stessi vengono “trasferiti” dal supporto cartaceo (la Gazzetta Ufficiale) a quello informatico (il sito istituzionale interessato), ma il linguaggio estremamente tecnico non cambia. Questo vuol dire che il Cittadino forse potrà consultare la normativa senza spostarsi dalla propria abitazione, ma nel contempo in molti casi non ne comprenderà il linguaggio. Limitando comunque l’efficacia del servizio multimediale.
E allora, perché non pensare ad un utilizzo sinergico dello strumento cartaceo e di quello multimediale? Perché non ipotizzare che, su supporto multimediale, l’utente possa trovare una sintesi (redatta dall’Ufficio Legislativo competente) che spieghi esattamente i diritti e i doveri e gli obblighi che la nuova normativa impone?
Ecco perché ritiene che il giovane professionista possa amplificare la propria autorevolezza e credibilità anche attraverso la stesura di articoli accademici su pubblicazioni online debitamente registrate.
E ancora – per tornare all’argomento sito - può risultare utile profilare gli utenti attraverso la compilazione di form per la registrazione, consentendo l’accesso a servizi di newsletter e ad informazioni più approfondite sugli argomenti di interesse.
Tra i tanti modi di impiegare le risorse messe a disposizione dalla rete deve iniziare a svilupparsi una nuova modalità di snellimento dell’attività legale prevedendo quindi la possibilità per l’assistito di visionare lo stato della propria pratica online, come già intuito dallo Studio Giurdanella.
In ultima analisi, una attività che rechi un vantaggio reciproco e condiviso per tutte le parti in gioco; nella mia visione, infatti, non si aiuta solo l’utente (nella fase di scelta come nelle varie fasi di contatto con la realtà professionale) ma anche lo stesso professionista.
Stefano Martello svolge attività pubblicistica di settore, fra gli altri con : Il Sole 24 Ore, Rivista della Guardia di Finanza, Rivista Italiana di Comunicazione Pubblica, Diritto&Diritti (di cui è membro del Comitato scientifico), Cyberspace and Law. Ha pubblicato, insieme a Paola Parigi, Organizzazione e marketing dello studio legale (Il Sole 24 Ore, 2005).
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