Il Passaparola, certo, ma anche nuove strategie: gli studi legali si rifanno il look con sedi e materiali di comunicazione di design, si rivolgono ai professionisti del marketing, puntano su eventi e convegni. La parola d’ordine è “Comunicare”.
Nel numero di Maggio 2009, la rivista del Sole 24 Ore “IL” fa il punto sulla comunicazione negli studi legali.
Farsi conoscere. E farsi valere: due imperativi che scuotono il mondo un po' fermo di molti studi legali. Ma ormai sono tutti convinti che la comunicazione, dai convegni al marketing legale, dagli arti-oli alle interviste, sia essenziale per acquisire clienti. E alcuni cominciano dal nome: sembra poco ma per gli studi è già una rivoluzione. I soci di Legance, per esempio, un nome che evoca il suono delle parole legali ed elegance, nato poco più di due anni fa da uno spin off dello studio Gianni Origoni Grippo, hanno scelto doro essersi consultati con agenzie specializzate. Mentre un altro studio, Nctm, è l'acronimo dei cognomi dei soci fondatori: «All'epoca le norme deontologiche vietavano denominazioni diverse e trovarono questa soluzione proprio per differenziarsi dai soliti Rossi & associati», dice Piermauro Carabellese di Nctm.
Professionisti del marketing legale
La scelta di quasi tutti i grandi studi, e di molti di medie dimensioni, è comunque quella di affidarsi a un'agenzia di comunicazione. Dice Laura la Ferla di Pms: «Il nostro ruolo è quello di assistere lo studio nel dialogo con gli organi di informazione e di collaborare nell'individuazione dei temi o degli spazi più adatti, con l'obiettivo di assicurare il corretto posizionamento nel mercato e l'adeguato livello di visibilità». Anche per Giuliana Paoletti, amministratore unico e fondatrice di Image Building, si tratta di applicare agli studi legali le stesse metodologie di comunicazione del settore finanza, «però la materia legale richiede un know-how specifico». Federico Cerrato di Dsc Italia ammette la complessità nel gestire le relazioni con i media: «E sempre necessaria molta cautela nel comunicare le operazioni». Il coordinatore degli account che seguono gli studi legali clienti di Barabino & partners, Claudio Cosetti, evidenzia che «mentre in Francia e nei Paesi anglosassoni esistono periodici molto consolidati, come The Lawyer, dove si parla di studi legali e delle loro attività, da noi esiste, da poco, solo Top LegaL. Ma gli studi italiani, più che apparire e basta, vogliono essere percepiti in modo corretto nelle rispettive aree di competenza». Su location e layout, invece, come mezzo per comunicare quanto meno l'anima dello studio, le scelte sono diversificate: dal design dei grandi studi internazionali al "look" più tradizionale di Chiomenti. L'open space non è amato ma il posizionamento in palazzi di pregio in centro città è quasi d'obbligo.
E il marketing? Questo strumento è un parente stretto della comunicazione. Paola Parigi è una tra i pochissimi esperti di marketing legale: «Di norma, viene da me un gruppo di avvocati che vogliono fare uno studio associato e chiedono di organizzare un sito. Ma non è questo l'ordine dei fattori. Prima bisogna che esista davvero uno studio associato e solo dopo si può costruire un sito dove i contenuti emergano da una strategia». Qualcuno, comunque, ormai è marketing oriented: Mauro Intagliata, dello studio Rovacchi Intagliata di Lugo di Romagna, ammette che «è stato fondamentale aver adeguato il software per usarlo come strumento di controllo di ognuno di noi e avere così una verifica costante della produttività di ciascuno».
fonte: IL, "Avvocati ad alta voce", maggio 2009
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