22 lug 2007

Consigli per creare referrals

Matt Homann è un avvocato di St. Louis, autore del blog "the [non]billable hour" ovvero, “l’ora [non]fatturabile”. Ecco cosa consiglia di fare per creare dei referenti:

“Trova i tuoi cinque clienti preferiti. Portali a cena. Non lasciarli andare via prima che abbiano risposto a questa domanda: Cosa posso fare per trovare altri clienti come te?”

Paradossalmente la situazione non mette a disagio il cliente. Non si sta chiedendo altro lavoro al cliente ma di essere presentati. Si sta facendo leva sulla naturale inclinazione ad aiutare una persona gradita.
Ma c’è un altro aspetto positivo: la possibilità di puntare su un proprio punto di forza. Considerata l’esperienza maturata nel settore in cui opera il proprio cliente si avranno casi di successo di cui discutere con il potenziale cliente che verrà presentato.

Questo sistema è stato testato anche da Larry Bodine, autorevole legal marketer statunitense.

“Mi è capitato di mettere in pratica questo metodo, quindi so che funziona. Recentemente ad un meeting ho incontrato un amico, e l’ho invitato a cena in un ristorante esclusivo e costoso (ho pagato io il conto, ovviamente). Il mio amico, un uomo molto influente, mi è apparso esattamente il tipo di persona che avrei voluto avere come cliente. Nonostante ciò, mai durante la serata, ho cercato di farmi ingaggiare o di vendere i miei servizi.”

Quello che in realtà L. Bodine desiderava sapere dal suo amico era, come raggiungere altri top manager come lui. E conclude affermando:

“Dalle risposte che ho ricevuto è nato il mio piano di business development per il prossimo anno.”

6 commenti:

  1. Cara Ambra,
    Io trovo questo modo molto "misero". Il suo esito non sarà solo l'imbarazzo del cliente ma lo farà scappare anche.
    Al posto di questo cliente, e dopo la cena, mi passerà una sola cosa in mette: che diavolo è successo al mio avvocato? sta in brutte acque e debbo - presto - trovarmi un altro.

    Uno dei fondamentali elementi di marketing per il settore legale è il "Passa Parola". Inoltre, le testimonials, gli articoli pubblicati, un sito web "efficiente" ed una presenza sociale positiva nel "mercato".

    Ciao

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  2. concordo. diverso invece è predisporre un questionario per analizzare i servizi offerti ed ascoltare le esigenze del cliente.

    temo che l'italia sia ancora distante dall'america. e a volte la distanza ci salva ;-)

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  3. Concordo sul fatto che il passaparola sia un elemento essenziale per la scelta del proprio legale, ma non credo si possa considerare uno strumento di marketing finché viene trattato come un processo non controllabile.

    Al contrario penso che, chiedere di essere raccomandati, può rivelarsi un modo per agevolare e - in certa misura - gestire lo stesso Passaparola (tanto più se il cliente è soddisfatto e si è in buoni rapporti).

    Inoltre, non trovo nulla di vergognoso nel cercare nuovi clienti, è un’attività “fisiologica” di qualsiasi organizzazione.

    Non vorrei sembrare blasfema ma il vangelo ci insegna “Chiedi e ti sarà dato!”.

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  4. 1) le professioni liberali si basano anche su deontologia e riservatezza. quindi la promozione del passaparola è un momento delicato.
    2) così come indicato nel post temo che si rischierebbe una figuraccia.

    il passaparola si sviluppa meglio fornendo un servizio puntuale e qualitativamente elevato. nulla in contrario invece nel fare una chiacchiarata con il cliente chiedendogli come migliorare il servizio. ne sarà felice e ti promuoverà.

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  5. Ciao Ambra, io credo che come sempre la giusta "via di mezzo" sia l'alternativa migliore!
    è bene "sapersi vendere".. e se certe volte questo significa essere diretti e un pò sfrontati in alcuni casi vale il contrario!
    Bisogna capire la persona che si ha davanti e saper agire di conseguenza!!!
    buona giornata!

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  6. Certo Maura, senza dubbio ci vuole "tatto" ed una buona dose di buon senso. All'occorrenza si possono trovare modi anche meno diretti per comunicare lo stesso messaggio.

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